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La Sindrome del Vomito Ciclico:

Come risulta chiaro dall’informativa (lievemente riveduta in alcuni punti dal nostro comitato scientifico), la Sindrome del Vomito Ciclico è una malattia rara fortemente debilitante sia da un punto di vista fisico che psicologico.

Il numero dei conati di vomito durante l’episodio, all’interno del quale il paziente si trova in uno stato definito “coma cosciente”, è altissimo tanto da richiedere spesso, dopo poche ore dal suo inizio, l’ospedalizzazione che comunque non ne contiene la violenza.

Si somma dunque il disagio clinico ad un problema già esistente e di tipo periodico.

Forse per un adulto comprendere la necessità di una flebo e di altri interventi medici necessari per il forte scompenso elettrolitico che si viene a creare non è difficile, ma provate a pensare ad un bambino che trovandosi in uno stato di atonia totale ed in condizioni di incapacità reattive, pervaso da dolori fortissimi all’addome e alla testa e dopo aver vomitato un numero indefinibile ed incomprensibile da chiunque non sia posseduto dalla Sindrome del Vomito Ciclico, debba trovarsi ad essere trasportato in ospedale, subendo la fotosensibilità e la fonosensibilità che l’attacco provoca e alle quali consente di accentuare gli effetti.

Non per ultimo, una volta giunti a destinazione il paziente verrà a trovarsi in un Pronto soccorso pediatrico dove quasi sicuramente nessuno conoscerà il problema ne come intervenire, aumentando in tal modo il trauma fino a limiti critici.

Non dimentichiamo che la Sindrome del vomito ciclico non è un disturbo (anche se chiamarlo così non rende sicuramente l’idea) che si risolve in pochi minuti.

Gli episodi possono durare da un minimo di dieci ore nei casi più leggeri, da alcuni giorni (fino a dieci) dove il paziente vomita ininterrottamente.

I conati sono ripetuti e procedono per tutta la durata dell’attacco, ad intervalli anch’essi ciclici.

Questi ultimi sono composti da due/tre ore o più di vomito intenso e dolori lancinanti, ed una pausa caratterizzata da un pallore spettrale ed estrema letargia dove il paziente cade in un sonno così profondo da farlo sembrare privo di vita.

Qualsiasi interazione con il soggetto durante la pausa, risveglia in maniera violenta l’attacco acuto.

Una volta superata la crisi ( che siano passate dieci ore o vari giorni) tutti coloro abbiano preso parte alle operazioni di soccorso e supporto avvertono la sensazione come di essere usciti da un tunnel.

Il paziente invece , colpito da un turbinio di sensazioni diverse (fotosensibilita’, fonosensibilità , emicrania , nausea , vomito , vertigini , freddo , sete , dolore addominale , paura , smarrimento , difficoltà di respirazione dovuta alla fusione durante l’inspirazione tra aria e gas prodotti ) non ricorda tutti i momenti e pare come risvegliato da un incubo.

La bocca dolente comincia a pronunciare con voce rauca parole che non siano di lamento o di aiuto . La luce ricompare nell’ambiente tenuto buio per un tempo che non sembra lo stesso indicato dalle lancette dell’orologio .

Il respiro si fa più lento anche se inizialmente affannato .

Le pupille sono ancora dilatate e le vertigini non permettono movimenti decisi neanche a chi è accanto . Ci vorrà tempo .

Devastante ed intransigente nel concedere tregua , l’episodio termina cedendo il posto ad un recupero lento ma progressivo .

Decine di asciugamani e teli imbevuti di quel vomito prima , ma subito successivamente di acidi gastrici spesso striati di sangue , giacciono nella vasca attendendo il lavaggio che li conserverà pronti fino al prossimo uragano .

È ovvio che la SICVO in questa parte finale di spiegazione , abbia voluto assumere dei toni meno distanti da chi soffre ed invece troppo spesso usati da alcuni medici indotti ad affrontare la Sindrome del Vomito Ciclico come una comune influenza .

Risulta di incidente determinazione la posizione dell’Associazione Italiana Sindrome del Vomito Ciclico nel convincere informando la comunità medica a combattere , come molte altre patologie , la Sindrome del Vomito Ciclico su più fronti .

Il percorso non può quindi più essere solo quello dell’analisi clinica rivolta ad una corretta diagnosi , ma deve assumere aspetti ed atteggiamenti sensibili allo spirito , la dove più che in ogni altro luogo anche se di conseguenza , l’individuo e la sua famiglia sono colpiti .